Il progetto accoglienza migranti di Clarabella – Elsa Laura Bondio: “Vi racconto il nostro lavoro”

Raccontare il progetto di micro-accoglienza e le esperienze di tirocinio nelle cooperative del Consorzio Cascina Clarabella significa raccontare moltissimi incontri e belle esperienze di rinascita. Sekou con i soldi guadagnati e messi da parte durante il tirocinio nella cooperativa Dispari è andato in Francia con la sua compagna e pochi mesi fa ha avuto un bambino. Numan, giovanissimo ragazzo del Pachistan senza famiglia, ha fatto la patente, fa l’autotrasportatore. Malang, che parla cinque dialetti, francese e inglese, oggi è il mediatore del Centro accoglienza. E poi c’è Abou che coltiva la sua ambizione di fare il modello.

Grazie all’accoglienza di Diogene e agli inserimenti lavorativi molti giovani migranti sono riusciti a costruirsi una famiglia e una vita nel nostro Paese. Alcuni di loro, come segno di riconoscenza, hanno dato ai propri figli il nome dell’operatore responsabile che li ha seguiti. 

Il progetto di assistenza migranti di Cascina Clarabella

Dal 2014 il Consorzio Cascina Clarabella aderisce al sistema di micro-accoglienza della Provincia di Brescia e al Forum del Terzo Settore; dal 2017 partecipa al tavolo di coordinamento provinciale degli Sprar e al coordinamento regionale di Confcooperative. Attraverso il servizio accoglie i migranti che entrano in Italia come richiedenti asilo, li assiste nella domanda di protezione internazionale e crea per loro opportunità di lavoro. L’obiettivo è che possano avere un futuro in Italia al di fuori del sistema di protezione. Il servizio è nato nel 2014 con i primi CAS (Centri di Accoglienza Straordinari), nel 2016 si sono aggiunti lo Sprar di Passirano in collaborazione con ADL a Zavidocici e nel 2018 lo SPRAR di Cologne-Erbusco.  I primi sono stati chiusi nel 2019, i secondi proseguono nel loro impegno. 

L’esperienza dei C.A.S.

I C.A.S (Centri Accoglienza Straordinari) hanno accolto e seguito in cinque anni 140 migranti di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Erano ospitati in gruppi di cinque-sei persone in dieci appartamenti di altrettanti comuni bresciani: Capriolo, Paratico, Castrezzato, Manerbio, Erbusco, Cologne, Cortefranca, Iseo, Provaglio, Offlaga. Il Consorzio Cascina Clarabella sosteneva le spese di affitto e l’assistenza.

“Eravamo in 10 operatori, ci occupavamo di assisterli nella richiesta di protezione internazionale e del permesso di soggiorno – ricorda Elsa Laura Bondio, coordinatrice del Gruppo accoglienza migranti -. Ognuno di noi aveva un compito specifico, chi raccoglieva le storie, chi si occupava delle pratiche burocratiche, chi di quelle legali, chi di quelle sociali. C’erano l’addetto all’inserimento lavorativo, il responsabile dell’igiene personale, il referente dello sport e il tutor per la formazione scolastica con un insegnante di italiano abilitato”.

“Non era facile fare emergere dai loro racconti i motivi per presentare la richiesta di protezione – ricorda Bondio -. Spesso si trattava di esperienze molto personali, difficili per loro da confidare”. Le commissioni deputate a rilasciare il permesso li incontravano anche dopo due anni dal loro arrivo. “Nel frattempo li curavamo perché molti stavano male, avevano problemi che andavano dai disturbi odontoiatrici alla tubercolosi ossea a problemi psichiatrici. Dopodiché li coinvolgevamo in tirocini. Il nostro lavoro era questo”.

I Comuni affidavano loro piccoli incarichi come volontari: li coinvolgevano nella pulizia delle strade, nella distribuzione del pranzo agli anziani, nelle pulizie delle Torbiere. Qualche Amministrazione li richiedeva per lavorare in Oratorio. Ogni migrante ospite aveva un budget quotidiano con cui gestire le spese personali.

“Tra operatori avevamo spesso momenti di confronto e di supervisione. Un etno-psicologo ci aiutava a comprendere il loro comportamento, la loro cultura. Non è la stessa cosa avere a che fare con bengalesi o pachistani o africani. Occorre avere molta formazione”. 

Il progetto è durato cinque anni poi nell’aprile del 2019  il C.A.S. è stato chiuso e i 45 ragazzi ospiti sono stati trasferiti in un altro centro accoglienza.
“Purtroppo dopo i decreti sicurezza, con la conseguente riduzione della diaria, non è stato più possibile reggere il percorso di “Buona accoglienza” che avevamo intrapreso. È stato un momento molto triste, avevano iniziato dei percorsi lavorativi e avevamo creato con loro una relazione significativa. Ricordo Omar che era stato adottato dalla squadra di ADS Capriolo 1912: aiutava anche negli allenamenti dei piccoli, aveva degli amici con cui si trovava la sera. Anche lui se ne è dovuto andare… Fortunatamente molti di loro ancora ci chiamano ed è bello avere loro notizie. Malang è diventato un nostro prezioso collaboratore”.

Gli Sprar-Siproimi

L’impegno del Gruppo Cascina Clarabella per i migranti oggi prosegue con i progetti Sprar (oggi Siproimidi Passirano e di Cologne–Erbusco.  Il servizio è gestito dalla cooperativa sociale Diogene e accoglie migranti che hanno la protezione internazionale (asilo politico) o la protezione sussidiaria (la protezione data a chi rischia la vita nel proprio Paese).

L’accoglienza ha una durata di sei mesi che possono essere prorogati se ci sono motivazioni valide. Ad esempio, il servizio sta chiedendo una proroga e la richiesta di invalidità per un ragazzo operato a Genova di una grave problema alla gola e con una figlia da mantenere.

“Attualmente accogliamo 16 rifugiati, tutti uomini adulti, in diversi appartamenti – racconta Bondio -.  Siamo in cinque operatori specializzati e ci occupiamo di socialità, igiene, lingua, lavoro”.
Oltre all’accoglienza il servizio si impegna a creare occasioni di lavoro per trasformare la loro protezione in permesso di lavoro. Così da dare loro la possibilità di costruirsi una vita in Italia. I tirocini in questo senso sono un’esperienza fondamentale. 

Dal mese di febbraio a ottobre 2019 tutti i rifugiati ospiti nei Siproimi di Cascina Clarabella hanno svolto tirocini: 12 sono stati occupati all’interno delle cooperative del Consorzio Cascina Clarabella, 4 in aziende esterne. Dei 16 tirocini 4 si sono trasformati in assunzioni. Il progetto tirocini è stato possibile grazie anche ai fondi Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese che hanno integrato le spese (www.ottopermillevaldese.org.)

Le esperienze di tirocinio nella cooperativa sociale Dispari si sono svolte nel settore assemblaggio di Coccaglio, nel settore manutenzione del verde a Corte Franca e nel settore stampaggio a Pompiano.
La durata di un tirocinio lavorativo solitamente è di 3 mesi, ma per alcuni è stato prorogato fino a 8 mesi grazie all’ottimo lavoro svolto. Il primo progetto ha avuto come responsabile Gianluca Jileen Ambrosi e due operaie tutor del settore assemblaggio. Il tirocinio svolto a Corte Franca è stato coordinato da Raffaello Rossi, quello di Pompiano da Beppe Bettoni.

L’integrazione e i progetti nelle scuole

I tirocini sono serviti anche a sensibilizzare il territorio sul tema delle migrazioni e a indebolire i timori delle persone. Hanno mostrato che valorizzare le diversità non è solo un’opportunità per i migranti, ma anche e soprattutto una ricchezza per la comunità che li accoglie.
“La difficoltà più grande è il rapporto con il territorio, soprattutto all’inizio, poi molti Comuni li accettavano – racconta Bondio -. L’integrazione passa attraverso la conoscenza, per questo portiamo i nostri ragazzi nelle scuole a raccontare la loro storia. Da due anni le scuole di Erbusco, Cologne e Telgate ci chiamano a settembre per poter inserire questi incontri nel loro programma”.

Proprio nell’ambito di queste iniziative, nel 2019 all’Oratorio di Erbusco è stato realizzato un cortometraggio realizzato dal Siproimi Clarabella insieme al Consiglio Comunale Ragazzi (C.C.R.) del Comune di Erbusco, con la collaborazione del progetto Budget di Salute del Centro Psico Sociale (C.P.S.) di Iseo.  Il video si può vedere alla pagina Facebook Accoglienza in Clarabella, che racconta la vita nel centro. 

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