Quando il disagio diventa sviluppo e crea benessere

Articolo pubblicato il 05/06/2011 su “Il Sole 24 Ore”
di Aldo Bonomi

Vive di contrasti il territorio. Di sincretici movimenti sociali e culturali che tengono insieme il Sole delle Alpi, con cui si tappezza con furore una scuola, il white Christmas, il natale bianco con cui si escludono altre razze e religioni, le eccellenze produttive di un territorio vitivinicolo che compete con lo champagne ed infine realizzazioni estreme di un’economia del sociale, del margine che viene dalla legge 180 che abolisce i manicomi.
Fenomenologie che troviamo tutte in quel microcosmo che è la Franciacorta. Corto territorio incuneato tra Bergamo e Brescia lungo il corso dell’Olio su fino ad Iseo. Qui nel 1988 era ancora lunga l’onda che veniva dalla Trieste di Franco Basaglia, il dipartimento di psichiatria di Palazzolo sull’Oglio decise di promuovere una cooperativa di tipo B, quelle che mettono al lavoro soggetti svantaggiati, per pazienti psichiatrici. Facendo coalizione di territorio nasce Isparo, acronimo di Iseo, Palazzolo, Rovato. Il tutto nasce come un’iniziativa degli psichiatri, degli psicologi, degli educatori e degli infermieri, che entrano nel consiglio della cooperativa, e con un finanziamento di 200milioni di lire dell’Assessorato alla Sanità e della Regione. Con i Comuni del territorio che danno appalti alla cooperativa per la manutenzione del bene pubblico. Oltre ai medici e ai loro pazienti, arrivano in cooperativa giovani volontari in servizio civile e tre assunti dall’esterno. E’ ad Adro, dentro una comunità psichiatrica collegata alla cooperativa, che viene avanti l’idea di crescere oltre la manutenzione del verde pubblico e delle sue subforniture. Di trovare una Cascina abbandonata e di farne una comunità di cura operosa e cooperante orientata al mercato. Si trova Ca’ dele Polle, cascina abbandonata divenuta per di più luogo di degrado usato dai tossicodipendenti della zona.
In un mix di iniziativa pubblica e privata, nasce la cooperativa Diogene per gestire le iniziative e l’allargamento della comunità con un investimento di un miliardo e 350milioni. Sempre di lire ovviamente; un miliardo di finanziamento regionale sulla legge per la chiusura dei manicomi e 350milioni investiti da Isparo. Così della stalla si fa un agriturismo, della cascina la comunità per il disagio psichico, della porcilaia un centro diurno e appartamenti per la residenzialità leggera.
Nasce Clarabella, altra coop di tipo B, che gestisce il vigneto, 10 ettari di ottimo Franciacorta, con l’obiettivo di produrre 100mila bottiglie l’anno. Gestisce anche 5 ettari di olivicoltura e l’agriturismo con 10 appartamenti frequentati abitualmente da olandesi e tedeschi e, con il cambiamento della cultura del tempo libero, anche da italiani.
Ad oggi Diogene gestisce tre comunità e un centro diurno, 45 pazienti 24 ore al giorno e 30 che vanno e vengono da casa alla comunità. Sono al lavoro con un contratto a tempo indeterminato 50 pazienti, 40 operatori delle cooperative e 20 addetti specialisti nei settori del vino, dell’apicoltura e dell’olivicoltura. In tutto alla Cascina Clarabella e nelle sue reti territoriali, un ostello a Lovere e vari appartamenti per la residenzialità leggera, lavorano 200 persone. Una media impresa, secondo i parametri europei, con un fatturato che sfiora i 5milioni all’anno.
Partendo da questa rete, ci si allarga ad altri settori con la cooperativa Airone che con 5 addetti tocca il settore della manifattura con lo stampaggio in plastica e gomma e nuovi materiali. Ci si cimenta anche con il restauro dei mobili, partendo dal territorio e dal patrimonio delle chiese e dei palazzi locali fino ad arrivare in Francia, e udite udite si arriva ad affrontare il settore della green economy. Partendo dalla biomasse del ciclo dell’ulivo e della vite, si sostituisce la caldaia a gas metano con una a biomasse che permette un risparmio energetico di 35mila euro l’anno. Entusiasti di questo, si sta formando la cooperativa Energethica, orientata all’ambiente, all’ecologia e alla green economy.
Val la pena citare tre protagonisti del microcosmo Clarabella: lo psichiatra Materzanini, che ha saputo ben prendere in mano l’eredità basagliana, lo psicologo Castronuovo, che parla con lo stesso entusiasmo delle terapie di gruppo con i suoi pazienti e di sviluppo locale, e Claudio Vavassori che è un po’ l’anima imprenditoriale di mercato.
Ma loro tre avrebbero potuto fare ben poco senza i “matti” che hanno insegnato ai sani di questo territorio che spesso dalla diversità dei sussurri emergono tracce di comunità di cura e di comunità operosa al di là del rancore contro lo straniero e il diverso

 

 

 

 

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